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Il seguente documento analizza tutte le fasi di funzionamento di un filtro fumo e suggerisce la risoluzione di alcune problematiche comuni, può essere preso come logico suggerimento per una corretta progettazione dello stesso.

In caso di allarme da parte dell’impianto di rivelazione incendio, l’Impianto Filtro Fumi QSLAVE® PLCmicro si attiva portando il locale filtro ad una sovrappressione uguale o maggiore di 30 Pa in rispetto alla normativa vigente. In realtà si dovrà comunque garantire che non venga superata la soglia di 60 Pa, soglia imposta dalla normativa EN 12101-6:2005, per consentire comunque l’apertura della porta d’accesso al locale durante la fase di esodo (UNI EN 12101-6:2005 ndr.: “Door opening force – The system shall be designed so that the force on the door handle shall not exceed 100 N (Tr.: Forza necessaria per l’apertura delle porte – Il sistema deve essere dimensionato in modo che la forza da esercitare sulla maniglia della porta antincendio non sia superiore ai 100 N.)” e “[…] The force required to overcome the door closer will often not be known at a preliminary design stage and a maximum pressure differential of 60 Pa may be utilised for design purposes (Tr.:La forza richiesta per vincere la resistenza del meccanismo di auto chiusura della porta spesso non è conosciuta durante il progetto preliminare e una differenza di pressione massima di 60 Pa deve essere utilizzata come criterio di progetto”).

Durante l’esodo, quando viene aperta la porta d’accesso al filtro, la sovrappressione scende a 0 Pa, e si instaura un deflusso di aria uscente attraverso essa. In questa situazione la velocità di deflusso si dovrebbe opporre all’ingresso dei fumi (UNI EN 12101-6:2005 “Airflow criterion”), ma sovente si dimostra insufficiente. Per questo il QSLAVE® PLCmicro è stato progettato per attuare un’AUTOREGOLAZIONE della portata.  Il Misuratore Differenziale di Pressione rileva i 0 Pa nel filtro e trasmette il dato al Quadro di Comando (PLC) il quale incrementa la portata immessa nel locale filtro dal pressurizzatore fino ad un valore di progetto preimpostato. Questa operazione ha il grande vantaggio di INCREMENTARE LE VELOCITÀ in gioco, in maniera proporzionale alla portata immessa dal pressurizzatore. Maggiore è la portata, maggiore sarà la velocità di deflusso dell’aria e quindi l’effetto di contrasto ai fumi tendenti ad entrare nel filtro.

Successivamente la porta di accesso si chiude alle spalle degli esodanti e questo non rappresenta un problema, poiché la sua chiusura è favorita dalla spinta dell’aria sull’anta della porta stessa. La difficoltà si trova nella richiusura della porta di uscita dal filtro, ossia quella che si affaccia verso la zona sicura. In questo caso infatti la sovrappressione è sfavorevole alla richiusura, è sufficiente appena una sovrappressione di 8 – 14 Pa per impedirla. Viene quindi in aiuto il Sistema QSLAVE®-SM, caratterizzato da una serranda di sfiato governata da un sensore di prossimità che si attiva quando la porta viene aperta. Questo sistema crea un’apertura di sfogo dell’aria, riportando momentaneamente la sovrappressione a 0 Pa e riducendo la spinta dell’aria sull’anta. Viene realizzata così la RICHIUSURA DELLA PORTA di uscita dal filtro (nella fase di collaudo e verifica di un Impianto Filtro Fumi bisogna sempre verificare che le porte, con sistema attivo, si richiudano correttamente);

UNI EN 12101-6:2005
ndr.: All doors to the depressurization zone shall be self-closing
(Tr.:Tutte le porte che si aprono nella zona depressurizzata devono essere dotate di un dispositivo di auto chiusura)

ndr.: […] including fire-resisting doors with effective self-closing devices 
(Tr.:[…] includendo porte ignifughe con un sistema efficace di auto chiusura)

Mentre la porta si richiude, nel locale filtro comincerà a crearsi una sovrappressione che aumenterà quanto più la stessa porta sarà prossima al punto di chiusura. Una volta richiusa la porta il sensore di prossimità determinerà la chiusura della serranda del sistema QSLAVE®-SM. A questo punto il locale filtro fumi ritornerà in sovrappressione, il Misuratore Differenziale di Pressione trasmetterà i dati di sovrappressione all’impianto QSLAVE® PLCmicro che, grazie ancora alla sua funzione di AUTOREGOLAZIONE, diminuirà la portata del pressurizzatore ristabilendo il regime di sovrappressione del filtro ad un valore uguale o maggiore di 30Pa.

L’intero ciclo di funzionamento è garantito durante tutte le fasi dell’esodo e per un tempo di 120’. L’impianto, nella fase di allarme, è sempre ATTIVO e non viene mai interrotta la portata d’aria immessa, anche nella fase di esodo degli occupanti.

Per risolvere l’annosa criticità della richiusura della porta di uscita dai locali filtri fumo alcuni nostri competitor hanno concepito una variante al funzionamento dell’impianto filtro fumi, riducendo al minimo i giri della ventola e subordinando quest’operazione all’apertura o chiusura della porta di uscita dal locale filtro fumi. Fondamentalmente, all’apertura della porta in questione il numero di giri viene ridotto notevolmente, fino a raggiungere sovrappressioni prossime allo zero. In questo modo, la porta dovrebbe chiudersi, in quanto la sovrappressione presente all’interno del filtro sarebbe abbastanza bassa da non opporsi alla richiusura.

Fatta questa premessa, l’autoregolazione, che viene enunciata a livello normativo, deve essere affiancata da un altro concetto fondamentale, ossia il rispetto del “velocity criteria” citato nella 12101-6:2005. Questa prescrizione riguarda la velocità minima che deve avere l’aria in uscita dal filtro per opporsi all’ingresso dei fumi all’interno del locale. Bisogna quindi aumentare considerevolmente le portate in modo da garantire una protezione efficace dall’ingresso dei fumi e mantenerne il locale filtro libero; basti pensare che, per una porta da 1200 x 2150 mm, la portata minima a porta aperta da normativa deve essere di almeno 8000 mc/h. Va da sé che riducendo i giri del pressurizzatore si avrà sì autoregolazione, ma non sarà possibile (dato il numero di giri ridotto della ventola) impedire l’ingresso dei fumi all’interno del locale filtro, che ha come sua ragion d’essere proprio quella di essere un ambiente libero dai fumi.

Più che un’evoluzione, quindi, noi consideriamo questa soluzione un’involuzione rispetto al percorso di innovazione tecnologica e funzionale che si dovrebbe percorrere, e lo stesso D.M. 03/08/2015 richiama i riferimenti normativi della EN 12101-6:2005, affermando che la portata della ventola, a porte aperte, debba aumentare e non diminuire.

Nonostante anche i nostri impianti (su espressa richiesta del progettista e della Direzione Lavori) siano comunque predisposti per adottare la stessa funzionalità offerta da alcuni nostri competitor, non condividiamo la logica di questa soluzione, ritenendola una logica legata a valori strettamente commerciali e in conflitto con quello che dovrebbe essere il nostro obiettivo principe, ossia la sicurezza. Attualmente, l’unica soluzione che permetta correttamente la chiusura delle porte del locale filtro è il nostro sistema brevettato QSLAVE®-SM.

Prescrizioni e consuetudini relative ai filtri fumo in sovrappressione:

Durante l’esodo, quando viene aperta la porta d’accesso al filtro, la sovrappressione scende a 0 Pa, e si instaura un deflusso di aria uscente attraverso essa. Successivamente la porta di accesso si chiude alle spalle degli esodanti, e questo non rappresenta un problema, poiché la sua chiusura è favorita dalla spinta dell’aria sull’anta della porta stessa. La difficoltà si trova nella richiusura delle porte di uscita dal filtro, ossia quelle che spingono verso l’esterno del locale filtro. In questo caso infatti la sovrappressione è sfavorevole alla richiusura, ed è sufficiente una sovrappressione di 8-14 Pascal per far sì che la porta non si chiuda. Da sottolineare che quello della richiusura della porta è un OBBLIGO DI LEGGE.

Durante l’esodo, quindi, la porta di uscita dal filtro non riesce a richiudersi in maniera automatica, come invece prevede la normativa vigente. Il panorama italiano sui filtri fumo prevede questa condizione come prassi, limitandosi all’accettarla in quanto fino a ieri irrisolvibile.

Da ciò consegue che, terminata la fase di esodo che si svolge immediatamente dopo l’allarme incendio, le porte in questione rimarranno aperte per tutto il tempo rimanente, rendendo il filtro INEFFICACE. Da questo pensiero è nata l’erronea, diffusa convinzione che l’installazione di un impianto di pressurizzazione non sia necessario né funzionale.

La soluzione di Esseci S.r.l.

In questa circostanza viene quindi in aiuto il Sistema QSLAVE® SM, caratterizzato da una serranda di sfiato motorizzata governata da un sensore di prossimità che si attiva quando la porta viene aperta. Questo sistema crea un’apertura di sfogo dell’aria, riportando momentaneamente la sovrappressione  tendente a 0 Pascal e riducendo la spinta dell’aria sull’anta. Viene ottenuta così la RICHIUSURA DELLA PORTA di uscita dal filtro (nella fase di collaudo e verifica di un Impianto Filtro Fumi bisogna sempre verificare che le porte, con impianto attivo, si richiudano correttamente).

Fondamentalmente, quindi, all’apertura della seconda porta viene contestualmente aperta in modo automatico una serranda di sfiato che permette il deflusso dell’aria all’esterno del filtro. La porta di uscita, quindi (non insistendo più la pressione dell’aria sull’anta), riesce a richiudersi in modo autonomo. Dei magnetini di contatto collegati all’anta inviano quindi il segnale di chiusura alla serranda di sfiato, ripristinando (non essendoci più aperture) la condizione di sovrappressione come da prescrizione normativa.

QSLAVE® SM è un sistema sviluppato dalla Esseci S.r.l, brevettato e certificato con rapporto di prova rilasciato dall’Istituto Giordano, e rappresenta, al momento attuale, l’unica soluzione efficace alla criticità della chiusura della porta di uscita dal filtro.

Caratteristiche Funzionali e Prestazionali QSLAVE® PLCmicro

Caratteristiche peculiari

  1. Ad oggi non ci risulta esserci un altro prodotto con On-Board PLC (Programmable Logic Controller)
  2. Riteniamo che per tutte le caratteristiche possedute sia il prodotto che risponde maggiormente alla UNI 12101-6:2005
  3. Software di controllo scalabile On-Board come richiesto dalla UNI 12101-6:2005, programmabile ed implementabile, ad oggi non posseduto da nessun prodotto dei nostri competitor
  4. Autoregolazione come richiesto dalla UNI 12101-6:2005. L’impianto regola la portata della ventola non interrompendone mai il moto, caratteristica invece tipica dei sistemi “On-Off” più largamente diffusi che tuttavia non rispondono ai criteri della UNI 12101-6:2005
  5. Gestione fino a 2 ventole per ogni quadro (portata 6760 mc/h – prevalenza 500 Pa)
  6. L’impianto è in grado di gestire fino a 6 ventole sincronizzate contemporaneamente, caratteristica che nessun altro prodotto dei nostri competitor può vantare
  7. Definizione della sovrappressione massima raggiungibile all’interno del filtro. Un impianto QSLAVE® attivo non raggiungerà mai la sovrappressione massima imposta dalla normativa vigente
  8. Il PLC gestisce 3 differenti livelli di sicurezza (User, Service, Admin)
  9. Gestisce le manutenzioni e ne registra i dati, esegue un report di tutte le manutenzioni effettuate, permette la visualizzazione della gestione dell’impianto e del suo stato
  10. Consente l’esportazione dei dati di configurazione dell’impianto, dello storico manutenzioni, delle prove di sovrappressione 120′, degli Autotest; non ci risulta ad oggi che i prodotti dei nostri competitor dispongano di queste funzioni
  11. Misuratore Differenziale di Pressione digitale come da UNI 12101-6:2005, che interagisce direttamente con il PLC per il corretto funzionamento dell’impianto; non solo è l’unico dispositivo digitale
  12. Programmabilità e autoattivazione degli Autotest, con report esportabile da PLC, funzione che ad oggi nessun prodotto dei nostri competitor può vantare
  13. Temporizzatore regolabile direttamente da PLC per avviamento con porte “normalmente aperte”
  14. Autogestione della Prova di Sovrappressione 120′ con possibilità di impostare la durata della prova, la frequenza delle letture della sovrappressione e il numero di errori ammessi, funzione che nessun prodotto dei nostri competitor ad oggi può vantare
  15. Il nostro prodotto è ad oggi l’unico il cui Rapporto di Prova sia stato effettuato su locali filtro reali (stazione Porta Susa di Torino), mentre ci risulta che quelli dei nostri competitor possiedano un Rapporto di Prova da “simulazione locale filtro da laboratorio”

Altre caratteristiche

  1. Alimentazione principale con trasformatore 220/24 V e alimentazione di emergenza a batteria per 120 minuti per impianti centralizzati o autonomi, similmente a tutti i prodotti sul mercato nazionale
  2. Comando magneti di consenso di sicurezza, similmente ad altri prodotti presenti sul mercato
  3. Definizione della sovrappressione di esercizio richiesta, similmente ad alcuni prodotti presenti sul mercato, utilizzando ovviamente metodologie differenti
  4. Visualizzatori di stato a LED sulla portella del quadro PLC e visualizzazione allarmi di sistema e remotizzazione allarmi, similmente ad altri sistemi presenti sul mercato nazionale
  5. Allarme sonoro di anomalia dell’impianto, similmente ad alcuni prodotti presenti sul mercato
  6. Serratura a chiave, similmente ad altri prodotti presenti sul mercato
  7. Funzionamento 24h in stand-by connesso a sistema centralizzato di rivelazione, impianto localizzato o pulsante manuale di attivazione, similmente ad altri prodotti presenti sul mercato

POSIZIONAMENTO: Il Pressurizzatore deve essere obbligatoriamente posizionato all’interno della zona filtro fumi ed il quadro di comando deve essere posizionato o all’interno del filtro stesso o al massimo, su espressa richiesta del progettista in zona considerata protetta. 

Considerare nel posizionamento del Pressurizzatore e del Quadro di Comando che la cordina che collega il Quadro di Comando ed il Pressurizzatore non dovrà essere più lunga di Mtl. 10,00.

– Si realizzi una linea di alimentazione dedicata, protetta in partenza da un interruttore magnetotermico-differenziale bipolare in modo da proteggere il sistema contro il corto circuito ed il guasto verso terra, avente le seguenti caratteristiche: portata 16 A – In = 0,03 A; Si garantisca che le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, siano in accordo con le norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare conformi:

– alle prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVF;

– alle prescrizioni e indicazioni della Società Distributrice di energia elettrica;

– alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).

– L’Impianto è previsto per installazioni in interni, non è ammessa una installazione all’aperto o in ambienti chiusi con umidità superiore al 70%;

– Il posizionamento dovrà essere al riparo da agenti atmosferici e/o impianti di spegnimento e da qualsiasi possibile fonte di danneggiamento;

– Utilizzo di porte antincendio certificate con guarnizione perimetrale in gomma per tenuta fumi freddi con telaio murato e sigillato nuove e/o efficienti;

– Pareti e solaio dell’ambiente della zona filtro fumi adeguatamente sigillato senza fenditure;

Attraversamenti degli impianti adeguatamente sigillati senza fenditure con barriere antincendio a tenuta o certificate;

– Le porte tagliafuoco dovranno possedere la guarnizione fumi freddi secondo le disposizioni del costruttore, posizionate in modo da garantire la tenuta alle perdite aerauliche su tutti i lati di battuta dell’anta.

– Inoltre si raccomanda di realizzare porte con sezione uniforme nella battuta inferiore (battente piatto e non a scalino).

– Si raccomanda di realizzare zone filtro fumi di cubatura ridotta con lunghezza condotte le più brevi possibili, con percorso preferibilmente orizzontale o verticale limitando quanto più possibile le quantità di curve e riducendo, possibilmente ad una porta di accesso e ad una porta di uscita la zona filtro fumi.

– Nei locali con porte normalmente aperte o chiuse, si consiglia di dotare le porte con adeguato chiudiporta aereo certificato secondo Norma UNI EN1154 punto 5.2.18 specifico per porte antincendio e con serratore di finecorsa onde comprimere efficacemente la guarnizione della porta.

– Manutenzione, collaudo e/o controllo secondo normativa vigente, minimo semestrale (si consiglia trimestrale), con sostituzione annuale delle batterie a tampone, con annotazioni dell’avvenuto collaudo semestrale e/o sostituzioni sul registro di controllo e manutenzione dei presidi antincendio previsto dall’art. 5 D.P.R- n. 37 del 12/01/1998 comma 2 dell’impianto filtro fumi.

– Manutenzione, collaudo e/o controllo secondo normativa vigente, minimo semestrale, delle porte antincendio della zona filtro fumi con manutenzione delle stesse, come da D.M. del 10/03/1998 con annotazioni sul registro di controllo e manutenzioni dei presidi antincendio previsto dall’art. 5 D.P.R- n. 37 del 12/01/1998 comma 2 dell’impianto filtro fumi.

– Possibilità di inserimento sistema di temporizzazione (se presente viene espressamente specificato nell’offerta).

– All’interno della zona filtro non deve essere presente alcun carico di incendio.

Nell’affrontare la fattibilità e il dimensionamento di un Locale Filtro Fumo, può risultare comodo avvalersi di uno strumento che fornisca, in tempi ragionevolmente brevi, un dimensionamento di massima dell’impianto e della condotta di trasporto aria, rientrando nella cerchia di casi studio tipici adottati come riferimento.

Esseci S.r.l. viene incontro a questa specifica esigenza, tipica dei progettisti e degli addetti al settore commerciale, fornendo una soluzione completa, esaustiva e di facile consultazione; il materiale si compone di una tabella che racchiude alcuni dati dimensionali relativi a 144 casi studio idealtipici, che potranno essere facilmente assimilabili a filtri fumo ordinari in modo da restituire al cliente in tempi ridottissimi un primo dato dimensionale orientativo.

Di seguito le verifiche da effettuare prima del collaudo:

Prescrizioni e raccomandazioni

  • L’Impianto filtro fumi deve essere alimentato da almeno 48 ore;
  • L’impianto deve essere connesso all’alimentazione 230 V.c.a.;
  • L’impianto deve essere connesso alla centrale di rivelazione incendi (la quale deve essere ovviamente attiva altrimenti il sistema va in allarme : connessione NC);
  • Le porte tagliafuoco dovranno possedere la guarnizione fumi freddi secondo le disposizioni del costruttore, posizionate in modo da garantire la tenuta alle perdite aerauliche su tutti i lati di battuta dell’anta (GUARNIZIONE PERIMETRALE IN GOMMA PER TENUTA FUMI FREDDI);
  • Le porte antincendio devono essere correttamente installate secondo la “REGOLA DELL’ARTE”
  • INOLTRE SI RACCOMANDA DI REALIZZARE PORTE CON SEZIONE UNIFORME NELLA BATTUTA INFERIORE (BATTENTE PIATTO E NON A SCALINO).
  • Parte inferiore fessurazione massima 4-5 mm.;
  • Le porte antincendio devono essere prive di fessurazioni tra telaio e Muratura/Cartongesso/struttura portante e completamente sigillate (non devono esistere perdite aerauliche)
  • Pareti e solaio dell’ambiente della ZONA FILTRO FUMI ADEGUATAMENTE SIGILLATO SENZA FENDITURE;
  • Attraversamenti degli impianti adeguatamente sigillati senza fenditure con barriere antincendio a tenuta e certificate: (Solo sacchetti: presentano fessurazioni di attraversamento; Schiuma: presenta porosità a breve e lungo termiche quindi perdita aerauliche) si consiglia di sigillare sempre gli attraversamenti nella parte interna del locale filtro fumi con sigillante siliconico EI;
  • Nei locali con porte normalmente aperte o chiuse, si consiglia di dotare le porte con adeguato chiudiporta aereo certificato secondo Norma UNI EN1154 punto 5.2.18 specifico per porte antincendio e con serratore di finecorsa onde comprimere efficacemente la guarnizione della porta.

Fase di precollaudo

  • Verificare quanto indicato nelle prescrizioni e raccomandazioni
  • Chiudere tutte le porte ed attivare l’Impianto Filtro Fumi con uno dei seguenti metodi:
    • Utilizzando l’attivazione H24 all’interno del quadro (QSLAVE-SF) – da PLC attivare versione H24 (QSLAVE-PLCmicro)
    • Da centrale di rivelazione;
    • Da pulsante manuale di attivazione
  • Effettuare la taratura dell’impianto come da “Manuale d’installazione, uso e manutenzione” fornito;
    • Taratura Impianto con 1 Ventola
      • Taratura QSLAVE SF: 45-50Pa
      • Taratura QSLAVE PLCmicro
        • valore di lavoro: 40Pa
        • valore max. raggiunto: 70-75Pa
    • Taratura Impianto con 2 Ventole
      • Taratura QSLAVE SF2: 60-65Pa
      • Taratura QSLAVE PLCmicro2
        • valore di lavoro: 40Pa
        • valore minimo raggiunto: 60-65Pa
        • valore max. raggiunto: 70-75Pa
  • Leggere sul Misuratore Differenziale di Pressione la sovrappressione massima raggiunta, che dovrà rispettare i valori in riferimento alla taratura secondo i modelli in uso (vedi precedente)
  • VERIFICA BATTERIE A TAMPONE: Portare il portafusibile dove passa l’alimentazione della linea 220 V in posizione APERTA (a questo punto il pressurizzatore è attivo grazie alle batterie a tampone) verificando così il corretto funzionamento degli accumulatori
  • Disattivare l’allarme incendio
  • Simulazione della fase di esodo con Impianto Attivo verificando che l’Impianto funzioni correttamente; nel caso del QSLAVE® PLCmicro verificare che l’AUTOREGOLAZIONE risponda esattamente ai parametri di lavoro impostati.
  • Simulazione della fase di esodo con Impianto Attivo che durante il passaggio tutte le porte si richiudano correttamente; se così non fosse sarà necessario installare il Sistema QSLAVE® SM.
  • Se non si raggiunge la sovrappressione minima prescritta, verificare le prescrizioni e raccomandazioni , (paragrafo precedente), probabilmente non sono state rispettate.
  • Se si raggiungono i valori raccomandati il Locale Filtro Fumi e pronto per il Collaudo finale.

In caso di anomalie rimaniamo a Vs. disposizione per la eventuale risoluzione del problema e per l’assistenza necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo finale.

In caso di impianto di rivelazione centralizzato (collaudato separatamente) verificare che l’impianto si attivi a seguito dell’allarme incendio;

In caso di impianto di rivelazione localizzata, verificare che i rivelatori, la targa ottico-acustica e il pulsante manuale di attivazione funzionino correttamente, e che il quadro riceva efficacemente il segnale di allarme da quest’ultima attivando l’impianto;

Verificare la rispondenza alle prescrizioni e raccomandazioni per il precollaudo;

Procedere alle operazioni descritte nella sezione precedente, secondo paragrafo (“Attività da svolgere prima di effettuare un collaudo“, sezione “Indicazioni per il precollaudo“) e seguire la medesima procedura fino ad effettuare la prova di esodo e la relativa apertura delle porte del locale filtro;

PROVA DI SOVRAPPRESSIONE

Nel caso siano presenti filtri in numero sufficientemente elevato (a discrezione del progettista) il collaudo potrà essere effettuato procedendo a campione, scegliendo un numero di filtri congruo e tale da garantire, con una certa sicurezza, la rispondenza al collaudo della totalità dei filtri dell’edificio;

A impianto attivo, interrompere l’alimentazione a 220 V e verificare che l’impianto rimanga in funzione per i 120′ previsti, come da scheda tecnica; la tenuta degli accumulatori può essere monitorata tenendo traccia dei livelli di sovrappressione a intervalli di tempo regolari (comunque almeno ogni 30 minuti) e assicurandosi che il valore della sovrappressione non scenda mai al di sotto dei 30 Pascal, come da normativa; Se la prova di sovrappressione viene effettuata con un impianto QSLAVE® PLCmicro sarà possibile agire da PLC specificando la durata della prova e la frequenza delle misurazioni della sovrappressione, immagazzinando i dati di tutte le letture effettuate durante il collaudo; è comunque consigliato un riscontro personale ogni 30 minuti almeno;

Il valore della sovrappressione potrà essere letto tramite un apposito Misuratore Differenziale di Pressione.

In caso di anomalie rimaniamo a Vs. completa disposizione per l’eventuale risoluzione del problema e per l’assistenza necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo finale.

La funzionalità, l’efficienza e il funzionamento dei sistemi e delle attrezzature antincendio sono requisiti essenziali per assicurare la salvaguardia e la tutela delle persone, dei beni e dell’ambiente.

IL CONTROLLO PERIODICO E LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI FILTRI FUMO

Il controllo periodico e la manutenzione non si limitano alla sola “prova di attivazione dell’Impianto”, come spesso in molti casi avviene, ma mirano alla conservazione del suo stato iniziale.

La frequenza con cui le norme insistono sulla figura professionale del manutentore, che a vario titolo definiscono “qualificato’, “competente e qualificato’, “competente e formato’, non lasciano dubbi sul tipo di preparazione che deve avere.

Chiaramente un buon Manutentore “costa’, ma le sue capacità saranno tali da consentire la risoluzione di tutte le situazioni critiche che incontrerà sul suo percorso.

Una corretta manutenzione non solo garantirà l’efficienza dell’impianto, ma sarà in grado di far conservare nel tempo le caratteristiche iniziali dell’impianto stesso e degli accessori che lo corredano.

LA MANUTENZIONE A REGOLA D’ARTE

Le norme indicano il riferimento per operare secondo la REGOLA DELL’ARTE, nella norma vengono affrontate tematiche quali:
– gli operatori in gioco e il loro ruolo,
– le caratteristiche delle porte e loro componenti e materiali per la posa in opera e manutenzione,
– la posa in opera di con approfondimento delle fasi e delle modalità operative,
– l’attività di manutenzione, con approfondimento delle diverse tipologie di controllo, in funzione delle diverse periodicità,
– le corrette modalità di sostituzione dei componenti,
– la documentazione a corredo della posa in opera e della manutenzione

Nel caso degli Impianti Filtro Fumi non abbiamo una norma di riferimento pertanto dovremo fare riferimento al Manuale del Produttore.

PRESA IN CARICO DELL’IMPIANTO

ATTIVITA’ PERIODICITA’ COMPETENZA
Presa in Carico Non applicabile Azienda specializzata
Sorveglianza Secondo il piano di manutenzione redatto dalla persona responsabile in funzione del rischio (DVR) Persona responsabile (Utente) (anche tramite l’ausilio di personale adeguatamente informato)
Controllo periodico Semestrale (entro la fine del mese di competenza) meglio se trimestrale Azienda specializzata
Manutenzione ordinaria Occasionale in caso di lievi anomalie riscontrate Azienda specializzata
Manutenzione straordinaria Occasionale in caso di non conformità rilevate Azienda specializzata

NOTA Qualora i documenti a corredo dell’impianto non siano disponibili, o siano parzialmente disponibili, la loro predisposizione e/o aggiornamento è a cura del datore di lavoro o della persona dal lui preposta delegata.

In funzione della presa in carico è opportuno predisporre un documento di sintesi dell’intervento che, una volta compilato, costituirà il rapporto di intervento.

Con la fase di presa in carico il tecnico manutentore, partendo dall’esame del sito, dovrebbe:
– valutare lo stato dell’impianto installato;
– verificare la disponibilità del libretto d’uso e manutenzione Acquisire le registrazioni degli interventi passati;
– verificare la conformità della posa in opera dell’impianto;
– verificare l’integrità e la tenuta dei sistemi di fissaggio, la stabilità dell’impianto nel suo complesso;
– verificare l’integrità dell’impianto e degli accessori, e che non siano state apportate modifiche non previste dal produttore.

Una corretta presa in carico rappresenta un passaggio essenziale e cruciale per lo svolgimento delle attività di manutenzione, a tutela del futuro operato dell’azienda di manutenzione.

POS TIPO DI CONTROLLO PERIODICITA’
Mensile Trimestrale/Semestrale Annuale
1 SORVEGLIANZA / CONTROLLO VISIVO X
2  ATTIVAZIONE IMPIANTO FILTRO FUMI E PRESSURIZZATORE – CIRCA 10-15 MINUTI E VERIFICA SOVRAPPRESSIONE X
3  MANUTENZIONE IMPIANTO FILTRO FUMI ED ACCESSORI X
4  SOSTITUZIONE BATTERIE A TAMPONE X

 OPERAZIONI CONNESSE ALLA SORVEGLIANZA

La sorveglianza consiste in un controllo visivo atto a verificare che l’impianto sia nelle normali condizioni operative, sia facilmente accessibile e non presenti danni materiali accertabili tramite esame visivo. La sorveglianza può essere effettuata dal personale normalmente presente nelle aree protette dopo aver ricevuto adeguate istruzioni. Verificare ad esempio che:

– che l’impianto non sia manomesso (es.: Quadro di comando forzato, cassa batteria forzata, Misuratore Differenziale di Pressione rotto; Pressurizzatore danneggiato;

– non siano danneggiate le serrature;

– che non siano presenti allarmi segnalati da led accesi o avvisi sul display del Quadro di Comando;

– che il Misuratore Differenziale di Pressione sia acceso ed indichi il valore “0 Pa”;

– attivazione Impianto Filtro Fumi e Pressurizzatore per 10-15 minuti e verifica del valore di sovrappressione raggiunta (vedere il manuale del produttore)

– che le guarnizioni sulle porte siano integre;

– che le porte chiudano regolarmente (la porta non deve es sere piegata, non devono essere presenti fori o fessure, non siano presenti ritegni impropri…);

– ruotino liberamente e, in presenza del dispositivo di auto-chiusura questo operi effettivamente;

– se munite di dispositivo di chiusura automatico (elettromagnete), abbiano dispositivi efficienti.

OPERAZIONI CONNESSE AL CONTROLLO PERIODICO

Il controllo periodico, effettuato da PERSONA COMPETENTE, consiste in una serie di operazioni atte a verificare la completa e corretta funzionalità dell’Impianto Filtro Fumi nelle normali condizioni esistenti nell’ambiente in cui è installato.

Le operazioni da eseguirsi durante il controllo periodico sono:

– Verifica presenza targhetta (marchio di conformità) apposto dal produttore

– Controllo visivo dello stato del filtro per rilevare l’eventuale presenza di fori o punti di perdita aeraulica.

– Controllo dello stato e della carica delle batterie tampone 12V

– Controllo del sistema di ricarica batterie con amperometro

– Controllo alimentatore di rete, livelli di tensione a vuoto e sotto carico con relativi strumenti

– Controllo di tutte le luci di segnalazione

– Controllo di corretta funzionalità dei segnali riportati a remoto

– Simulazione di falsi contatti per il rilevamento di schede con contatti ossidati o fili poco stabili.

– Controllo connessioni tra Centrale di Comando e ventola di pressurizzazione

– Prova di funzionalità con comando dal sistema di rivelazione incendi e con comando dall’eventuale pulsante di attivazione.

– Controllo visivo della funzionalità di tutti i componenti durante la prova di simulazione allarme

– Prova dei pulsanti manuali di allarme

– Controllo connessioni tra Centrale di comando e Misuratore Differenziale di Pressione.

– Verifica automatismi, chiusura porte, segnalazioni locali, ecc.

– Controllo dello stato e pulizia del contenitore del Pressurizzatore

– Controllo e pulizia dell’Elettroventola mediante aria compressa

– Verifica del corretto staffaggio e fissaggio di tutti i componenti dell’Impianto di Pressurizzazione

– Controllo e pulizia della griglia di aspirazione aria se accessibile

– Controllo visivo dello stato delle condotte se accessibili e visibili

– Controllo funzionale del Misuratore Differenziale di Pressione in dotazione del filtro, con misuratore accessorio

– Taratura eventuale delle pressioni di start/stop del Misuratore Differenziale di Pressione.

– Pulizia dei tubicini di lettura del Misuratore differenziale di Pressione

– Verifica dei corretti valori di sovrappressione raggiunti nel Locale Filtro (vedere Manuale del Produttore) senza corrente primaria 220 volt.

– Verifica della chiusura porte con Impianto di Sovrappressione attivo.

– Verifica presenza di ritegni impropri

– Verifica presenza di danneggiamenti, integrità e modifiche

– Verifica integrità costruttiva

– Verifica presenza di forature, ammaccature, distorsioni, corrosioni, spaccature, cedimenti, fessurazioni, etc.

– Verifica altre manomissioni che alterino la costruzione iniziale

– Verifica dispositivi di apertura

– Verifica corretta chiusura (riaggancio) ed eventuali tempi di richiusura

– Verifica dispositivi di auto-chiusura

– Verifica corretto funzionamento del coordinatore di chiusura

– Verifica dei dispositivi di ritegno (elettromagneti o elementi termosensibili)

– Verifica presenza di sgancio manuale elettromagnete – Verificare che l’ancora ed il magnete non siano ossidati

– Verifica delle porte tagliafuoco presenti nel locale filtro fumi secondo Normativa vigente.

– Verifica di tutti quegli accessori a complemento dell’Impianto Filtro Fumi e che concorrono al funzionamento dell’Impianto nella sua globalità

– Prova di sovrappressione tenuta Impianto 120’ in assenza di alimentazione con il mantenimento della sovrappressione ad un valore uguale o maggiore a 30 Pa (prova consigliata “a campione” ed a “rotazione”); da effettuarsi se contemplata nel contratto di manutenzione.

Una volta terminato il controllo, il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento e all’aggiornamento del cartellino di manutenzione.

 

OPERAZIONI CONNESSE ALLA MANUTEZIONE ORDINARIA

La manutenzione ordinaria è effettuata da PERSONA COMPETENTE, ed è una operazione che si attua in loco. Essa si limita a riparazioni di lieve entità, che comportano l’impiego di minuterie e materiali di consumo di uso corrente, o la sostituzione di parti di modesto valore espressamente previste. In pratica consiste in una serie di operazioni atte a eliminare le anomalie di modesta entità riscontrate nell’impianto, tale operazione può essere effettuata anche durante la visita di controllo periodico.

Terminata la manutenzione, il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento.

 

OPERAZIONI CONNESSE ALLA MANUTEZIONE STRAORDINARIA

La manutenzione straordinaria, effettuata da PERSONA COMPETENTE, consiste in un intervento che non può essere eseguito in loco o che, pur essendo eseguito in loco, richieda mezzi di particolare importanza, o attrezzature o strumenti particolari, o che comporti sostituzioni di intere parti di impianto o la completa revisione e sostituzione di apparecchi per i quali non sia possibile o conveniente la riparazione. Terminata la manutenzione, il tecnico è tenuto alla compilazione del rapporto di intervento e, se del caso, al rilascio di una nuova dichiarazione di corretta installazione.

 

CARTELLINO DI MANUTENZIONE

Il cartellino di manutenzione deve essere apposto dalla società incaricata di effettuare il servizio di manutenzione. Ogni impianto in esercizio deve essere dotata di cartellino di manutenzione. Quando si effettua per la prima volta il controllo iniziale, se presente il cartellino del precedente manutentore deve essere rimosso e sostituito con quello della società incaricata di effettuare il servizio di manutenzione.

Sul cartellino deve essere obbligatoriamente riportato:

– nome del manutentore e firma dell’addetto;

– data dalla verifica e/o intervento a seguito del quale è stato applicato.

Voce di capitolato SistemOpen 90° 

Scarica file: Capitolato SISTEMOPEN 90° (.doc)



Voce di capitolato QSLAVE® PLCmicro

Indicazioni di posa pressurizzatore: Scarica file Indicazioni di posa (.pdf/zip)

Voci di capitolato: scarica file Capitolato QSLAVE PLCmicro_REV19 (.docx)



Voce di capitolato QSLAVE® SM

Voci di capitolato: scarica file   Descrizione da capitolato QSLAVE SM – QSLAVE SV Ver.1.2 (.doc)



Impianto di Sovrappressione in Stand-by progettando secondo il D.M. 30/11/83 

Nel rispetto del norma possiamo installare il nostro Impianto in Stand-by facendo riferimento ai quesiti posti e nel rispetto delle indicazioni formulate:

Nota prot. n. P904/4122 Sott. 55 del 30.08.2001
D.M. 30 novembre 1983, punto 1.7 – Caratteristiche dei filtri a prova di fumo: chiarimenti.

Con riferimento ai chiarimenti richiesti, inerenti l’argomento in oggetto, si concorda con i pareri formulati dall’Ufficio(*) … in merito ai quesiti n. 2 “pressurizzazione”, n. 3 “resistenza al fuoco” e n. 4 “dimensioni”.
Per quanto riguarda il quesito n. 1 “porte aperte”, poiché il punto 1.7 del D.M. 30 novembre 1983 non esclude espressamente la possibilità che il congegno di autochiusura delle porte sia asservito ad idonei dispositivi elettromagnetici di sgancio, e che tale soluzione è ammessa dal D.M. 10 marzo 1998 (punto 3.9), si ritiene che la realizzazione di filtri a prova di fumo con entrambe le porte tenute in posizione aperta può essere approvata, con le necessarie cautele e limitazioni, senza ricorrere all’istituto della deroga, sulla base di valide motivazioni, analisi e valutazioni.
(*) Si riportano di seguito i quesiti n. 2, 3 e 4 formulati dall’Ufficio:
 Quesito n. 2 “pressurizzazione” chiede di conoscere se la sovrappressione debba essere garantita in continuo, 24 ore su 24, oppure possa essere attuata esclusivamente in caso di emergenza, asservendo il sistema di pressurizzazione ad un impianto di  rivelazione, il tutto collegato ad una centralina di comando e controllo…
Nonostante alcune normative (es. alberghi, ospedali) prevedano, tra le varie funzioni che è possibile far assolvere dall’impianto di rivelazione, anche l’attivazione automatica di eventuali filtri in sovrappressione (che quindi sembra non debbano essere sempre in pressione), rimane valida la definizione del D.M. 30/11/83 e pertanto la sovrappressione deve essere garantita in ogni momento e che soluzioni difformi possano essere autorizzate, caso per caso, solo tramite l’istituto della deroga.
 Il Quesito n. 3 “resistenza al fuoco” chiede di conoscere se i valori di resistenza al fuoco delle due porte di un filtro, possano essere sommati così da ottenere, in quanto somma, il medesimo valore REI delle strutture.
La resistenza al fuoco delle due porte di un filtro può essere sommabile. La REI di porte e strutture dovrà essere  predeterminata, ad esempio sulla base delle specifiche disposizioni vigenti o dei carichi d’incendio e delle classi dei locali interessati, e dovrà essere comunque non inferiore a 60 minuti.
 Il Quesito n. 4 “dimensioni” chiede di conoscere se i filtri debbano rispettare requisiti dimensionali minimi di tipo predeterminato, riguardo ad esempio profondità e superficie in pianta.
Non essendovi alcun riferimento normativo in merito, le dimensioni minime dei filtri vanno determinate secondo i seguenti criteri:
– Modalità di apertura delle porte, a battente oppure à scorrere.
– Possibilità che i filtri vengano utilizzati oltre che da sole persone, anche da autoveicoli, mezzi di sollevamento merci, quali muletti o altro.
In base a tali criteri la superficie minima dei filtri, sarà ovviamente funzione della larghezza e della profondità degli stessi. La larghezza è evidentemente un parametro vincolato dai moduli che sono necessari per il sicuro esodo delle persone o comunque per l’agevole pas-saggio di materiali ed automezzi presenti, nonché dalle dimensioni minime degli elementi di supporto delle porte REI, od ancora dalla larghezza minima necessaria per l’apertura di por-te scorrevoli, o da altre esigenze progettuali (per esempio statiche).
La profondità dei filtri dovrà essere almeno pari all’ingombro delle porte a battente, nel caso in cui queste si aprano verso l’interno del filtro. Inoltre la profondità dovrà essere comunque sufficiente affinché le porte del filtro riescano a chiudersi, senza essere ostruite, nemmeno provvisoriamente, dalla presenza di persone, cose od autoveicoli che dovessero ritrovarsi all’interno del filtro in caso d’emergenza. Quale superficie minima del filtro, potrebbe infine assumersi, per via analogica, quella richiesta dal D.M. 12 aprile 1996, punto 4.2.5 b) per i disimpegni areati per l’accesso a centrali termiche, pari a 2,00 m2 e come profondità minima, almeno 90 cm.

Scarica file: Quesiti attività varia

S.3.5    Caratteristiche generali della compartimentazione: pag. 94-95-96 (Apri file .pdf)

S.4       Esodo: pag. 109-115  (Apri file .pdf)

S.7       Rivelazione ed allarme: pag. 156-158  (Apri file .pdf)

Nel caso in cui non fosse presente un impianto di rivelazione incendi centralizzato è opportuno procedere all’installazione di un sistema di “ATTIVAZIONE IMPIANTO LOCALIZZATO”(D.M. 03/08/2015 – N.d.r. Paragrafo S.7.2 – Livello di prestazione: III  – Rivelazione automatica estesa a porzioni dell’attività, sistema di allarme, eventuale avvio automatico di sistemi di protezione attiva”)

  • Questo sistema, che prevede l’utilizzo di rilevatori di fumo e temperatura e di almeno un pulsante di attivazione manuale, ricade secondo il nostro parere all’interno del campo di applicazione della UNI 9795 – “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio”
  • La consuetudine è quella di collegare uno o due rivelatori direttamente al quadro dell’impianto di pressurizzazione. Tuttavia, i quadri di comando degli Impianti Filtri Fumo non sono normati costruttivamente EN 54, non premettendo quindi una connessione diretta tra i rivelatori di fumo e il quadro di comando (Vedere UNI EN 9795 – UNI EN 54)
  • Per questo motivo, a corredo di un Impianto Filtro Fumi sarebbe opportuno installare una centrale di rivelazione incendi certificata allo scopo, oltre alle apparecchiature di cui un sistema di rivelazione localizzata necessita, ossia un pulsante di attivazione manuale, una targa ottico-acustica (recante la dicitura “ALLARME INCENDIO”) e rivelatori di fumo, di temperatura e/o multicriterio in quantità commisurata alla dimensione e complessità del sistema
  • Il quadro di comando di un Impianto Filtro Fumi “può essere probabilmente” connesso direttamente ad un rivelatore di fumo e gestito solidalmente a questo, previa stesura di un progetto specifico di “Fire Safety Engineering” e nel rigido rispetto della “Regola dell’Arte” nell’utilizzo di un numero congruo di apparecchiature di rivelazione e/o segnalazione

Dotazione minima di un sistema di rivelazione localizzato:

Un sistema di rivelazione localizzato connesso ad un Impianto Filtro Fumi deve sempre possedere: almeno una targa ottico-acustica e un pulsante di attivazione manuale, oltre alla centrale di rivelazione incendi che andrà a comandare il quadro dell’Impianto Filtro Fumi. Il numero di rivelatori dovrà essere di almeno 2/3 (a seconda dello sviluppo plano-volumetrico dell’ambiente) nella zona con carico d’incendio e di almeno uno nella zona filtro fumi. Nel caso in cui il quadro e/o la centrale di rivelazione venissero collocati all’interno della “zona sicura” (quindi oltre il locale filtro fumi) dovrà essere aggiunto un ulteriore rivelatore da collocarsi all’interno della “zona sicura”.

Per quanto concerne il sistema di rivelazione/attivazione localizzato, fare riferimento alla EN 9795 – EN 54

Nel settore dei sistemi per i filtri a prova di fumo sempre più sovente si stanno utilizzando i differenziali di pressione in abbinamento ai sistemi utilizzati per portare in sovrappressione i locali filtri fumo.

Analizziamo ora le tipologie proposte in commercio.

DIFFERENZIALE DI PRESSIONE o PRESSOSTATO DIFFERENZIALE      (apri immagine)

Il differenziale di pressione è un sistema a due contatti la cui unica funzione è quella di disattivare il sistema raggiunto il limite di sovrappressione impostato per poi riattivare il sistema al decadere della sovrappressione stessa nel locale filtro secondo la tolleranza di funzionamento del prodotto acquistato.

L’unica funzione a cui può eventualmente assolvere è quella di evitare che un locale filtro superi eccessivamente la sovrappressione di ~60 Pa. Una eccessiva sovrappressione del filtro potrebbe creare serie difficoltà nell’operare sul maniglione antipanico della porta che spinge verso l’interno del locale la cui funzione il più delle volte quella di essere una via di fuga. I 60 Pa. Sono anche il limite massimo di riferimento della normativa europea.

Questo tipo di differenziale di pressione:

Non serve per la verifica della corretta sovrappressione del filtro;

Non fornisce il dato di sovrappressione raggiunto nel locale filtro fumi e quindi stabilire la corretta installazione del prodotto e la rispondenza alle normative vigenti;

La tolleranza media di questi prodotti e normalmente del 15/20% riferita alla scala massima del prodotto, normalmente sono prodotti con una scala di misurazione da 0 a 100/125 Pa. Pertanto nel caso ad esempio, di una taratura della sovrappressione massima raggiungibile intorno ai ~ 75 Pa, il segnale di riattivazione del sistema dovrebbe avvenire quando il differenziale misura circa 45 Pa.;

In caso di allarme il sistema filtro fumi si attiva, se la sovrappressione raggiunta nel locale filtro è pari al valore di sovrappressione impostato sul differenziale di pressione il sistema filtro fumi viene disattivato tornando allo stato di stand-by quindi sistema non attivo (dal nostro punto di vista siamo in una condizione non conforme alle normative vigenti);

Inoltre l’impostazione della sovrappressione avviene su una scala a barre la cui imprecisione di impostazione possiamo considerarla pari al 10%;

Il sistema una volta ricevuto il segnale di attivazione necessita di un “certo tempo di reazione” della ventola per ritornare al numero di giri sufficiente a portare il locale filtro fumi alla corretta sovrappressione o oltre se il sistema opera portando la ventola al massimo dei suoi numeri di giri;

E’  piuttosto verosimile che, visto quanto espresso precedentemente e tenendo conto che la caduta di sovrappressione di un locale filtro fumi è velocissima, il locale filtro fumi potrebbe scendere ad una sovrappressione inferiore ai 30Pa., un valore inferiore ai 30Pa determina che il locale filtro non risponde alla normativa vigente in materia non rispettando i limiti imposti dal D.M. 30/11/83 e dal D.M 03/08/2015.

La normativa italiana prevede che i sistemi in caso di allarme siano attivi, con questi differenziali di pressione il sistema da “ sistema attivo” passa a “sistema non attivo” quindi non risulta anche in questa situazione rispondere alle normative vigenti in Italia, le quali richiedono che il sistema sia attivo.

I sistemi QSLAVE sono progettati funzionalmente in modo tale da non superare mai la sovrappressione massima richiesta all’interno del locale filtro.

Un sistema che opera in questa situazione determinerà un andamento ondulante della ventola e della sovrappressione,  passando da sovrappressione massima raggiunta e ventola attiva a sovrappressione minima con ventola disattiva, un tipo di funzionamento illogico ed alquanto approssimativo.

MISURATORE DIFFERENZIALE DI PRESSIONE DIGITALE    (apri immagine)

Questo tipo di misuratore differenziale è da ritenersi il più preciso ed a seconda della tipologia prescelta possiede un livello di precisione elevato con tolleranze piccolissime.

Il nostro in particolare ha un sistema di autoreset automatico per lo zero di partenza (sappiamo che col variare della pressione atmosferica e della temperatura i sistemi digitali normalmente andremo resettati per lo “zero” di riferimento).

Con questo tipo di differenziale saremo in grado di verificare esattamente la sovrappressione raggiunta ed eventualmente richiesta nello specifico e pertanto tarare il nostro sistema secondo le specifiche del costruttore per poter quindi rispondere a quanto richiesto dalla normativa di riferimento.

Questo differenziale permette a sistemi più sofisticati come i PLC montati sui sistemi filtri fumo, di espletare correttamente funzioni di autoregolazione delle sovrappressioni definite.

Utilizzando questo differenziale di pressione ed utilizzandolo con i sistemi filtri fumo adeguatamente progettati, ma anche di tipo sofisticato e molto articolato nelle sue funzioni, come il PLC ad esempio, potremo utilizzare un sistema rispettando la normativa vigente, quindi “sistema attivo” senza disattivarlo e renderlo pertanto “sistema non attivo”

L’importanza della ricerca in rapporto alla normativa degli impianti in sovrappressione per filtri a prova di fumo
(“Kit di pressurizzazione” e “Sistemi filtri fumo”)

 

Innanzitutto è doveroso effettuare una precisazione in riferimento all’identificazione del prodotto; sarebbe errato riferirsi a una soluzione per la pressurizzazione dei locali filtro attraverso la dicitura “sistema filtro fumo”, in quanto, trattandosi di un impianto attivo, viene meno la definizione di “sistema”. Allo stesso modo è errato definirlo come “kit di pressurizzazione” o “kit di sovrappressione”, in quanto ciò presuppone l’adozione della soluzione in quanto “kit”, ossia unicum indivisibile, che nella definizione di “kit filtro fumo” va a perdere il concetto di progettabilità basata sulla specifica esigenza, riferendosi invece alla progettazione del filtro come all’adozione di una soluzione “a pacchetto”, risponde solo in parte alle eventuali criticità progettuali.
Tuttavia negli anni sono state adottate dagli addetti ai lavori e riportate nei capitolati d’appalto e in alcune schede tecniche le varie diciture sotto riportate:

“Sistema di pressurizzazione filtri a prova di fumo”
“Sistema filtri fumo”
“Sistema di pressurizzazione”
“Kit di pressurizzazione”
“Kit di sovrappressione”
“Kit filtro fumi”

Parlare della progettazione dei filtri fumo, nel panorama italiano nello specifico, può risultare impreciso e fuorviante. Alcune errate consuetudini legate a questa particolare soluzione sono ancora fortemente radicate, anche tra gli “addetti ai lavori” e i tecnici del settore (come già sopra riportato); si può senza dubbio parlare di filtri fumo come di una tematica dal dibattito vivace e dalla forte sperimentazione, anche e soprattutto in ragione delle numerose (e spesso errate) interpretazioni della normativa vigente.
Esseci S.r.l. porta avanti un lavoro di continua attenzione alla promozione della cultura dei SISTEMI DI PRESSURAZZAZIONE FILTRI FUMO, della ricerca, sperimentazione e confronto con le autorità di riferimento, lavoro che le ha permesso di sviluppare prodotti come il QSLAVE® PLCmicro e il QSLAVE® SM, che ad oggi rappresentano le migliori e più avanzate soluzioni disponibili sul mercato per la realizzazione dei filtri a prova di fumo in sovrappressione.
È bene ricordare che le soluzioni attualmente commercializzate come “sistemi filtri fumo” o “kit di pressurizzazione” spesso presentino delle criticità rispetto all’aderenza alla normativa di riferimento, come possono essere il rispetto della prescrizione sulla richiusura della porta di uscita dal locale filtro fumi a livello nazionale o il rispetto del “velocity criteria” a livello di normativa europea.

Queste prescrizioni, in ambito nazionale, vengono spesso poste in secondo piano e in molti casi non vengono affiancate da un’adeguata attività di ricerca e di sperimentazione. Questo rimane tuttavia un problema che coinvolge non solo le aziende produttrici o installatrici, ma anche e soprattutto i progettisti, le Direzioni Lavori e gli utenti finali che spesso preferiscono adottare questo o quell’altro prodotto ignorando i risvolti normativi nella loro interezza e basando la propria scelta principalmente su questioni di economicità o di brand. Va da sé che l’assenza di domanda di prodotti adeguati da parte della componente progettuale non stimoli l’innovazione volta alla produzione di dispositivi sempre migliori, ma la sola ottimizzazione dei processi volta all’economizzazione dei prodotti già disponibili. Questa politica non solo causa delle criticità a livello normativo, ma porta anche a un notevole danno economico se vista in una prospettiva a lungo termine che vedrà la necessità di adeguamento di tutti i cosiddetti “sistemi filtri fumo” attualmente non rispondenti alla normativa, con interventi che verosimilmente porterebbero all’integrazione o alla parziale sostituzione dell’impianto con uno rispondente alla normativa, prevedendo altrettanto verosimilmente un costo totale esponenziale rispetto alla spesa iniziale.
L’adozione già da subito di un prodotto di standard più elevato, invece (che nella realtà dei fatti è progettato in maggiore aderenza alla normativa rispetto ai suoi “corrispettivi” sul mercato), è una scelta che tutela, a fronte di una spesa di circa il 15% maggiore per l’impianto di pressurizzazione, dalla sostituzione forzosa di alcune componenti dell’impianto di sovrappressione.
Alcune di queste lacune a livello tecnologico vengono spesso, nel panorama italiano, considerate come accettabili, in quanto vengono considerati irrealizzabili alcuni dei punti della normativa di riferimento in relazione ai prodotti disponibili sul mercato. Un esempio a tal proposito è senza dubbio quello della richiusura automatica delle porte di uscita dal locale filtro fumi, specie per vani di volume ridotto. In ambienti adibiti a filtro fumi in cui vengono installati i tradizionali “kit di pressurizzazione” e “sistemi filtri fumo”, infatti, si verifica spesso la criticità relativa alla mancata richiusura delle porte di uscita dal filtro (quelle con apertura verso l’esterno). Questa inadempienza normativa (perché di inadempienza normativa si tratta) viene comunemente trascurata perché non esisteva una soluzione al problema. In questo caso, la ricerca e la sperimentazione hanno condotto la Esseci S.r.l. allo sviluppo e al brevetto del QSLAVE® SM, l’unico sistema specifico per la chiusura delle porte tagliafuoco dei locali filtri fumo. La lungimiranza e l’attenzione ai dettagli della Esseci S.r.l. è stata quella di non fossilizzarsi sui prodotti allora già presenti sul mercato, ma di investire tempo e risorse sullo sviluppo di un prodotto che si adattasse alla normativa, e non viceversa, come invece avviene per i prodotti di molti dei nostri competitor.

L’impegno di Esseci S.r.l. è caratterizzato anche dallo spirito di collaborazione e supporto agli enti competenti, testimoniato dall’attività di ricerca presso alcuni Centri, dove i prodotti della Esseci S.r.l. vengono attualmente utilizzati per test, misurazioni e nuove sperimentazioni.
Nonostante il panorama generale italiano sia ancora principalmente attestato sulle convenzioni di cui sopra, la direzione che si comincia ad intraprendere sia tra i progettisti, sia tra alcuni addetti ai lavori, sembra essere quella di una progettazione più virtuosa che mette ancora più al centro la sicurezza delle persone (che ricordiamo essere la nostra prima missione).
È molto interessante, e suggeriamo a questo proposito di leggere, l’articolo a firma dall’Ing. Piergiacomo Cancelliere del Centro Esperienze Ministero degli Interni Roma Capannelle che, soffermandosi in parte sulle problematiche sollevate dall’utilizzo di condotte tradizionali per i camini di ventilazione dei filtri fumo, osserva come ci siano ancora fondamentali passi da fare in direzione di una normazione efficace, e che

“Sarebbe auspicabile […] poter attivare un tavolo tecnico di normazione tecnica volontaria presso l’UNI […] La strada della normazione volontaria consentirebbe la revisione periodica del documento tecnico per la progettazione dei camini a servizio dei filtri a prova di fumo ed il conseguente aggiornamento continuo allo stato dell’arte delle metodologie di calcolo fluidodinamico e tecnologico”
[Cancelliere ing. P., I filtri a prova di fumo alla luce del Codice di Prevenzione Incendi, in “Antincendio”, giugno 2018]

Allo stesso modo, quello dei cosiddetti “sistemi filtri fumo” è un tema che deve essere caratterizzato da un confronto “attivo” nei confronti della normativa, intendendo la criticità come un problema a cui cercare una soluzione in modo propositivo, invece che essere intesa come un vincolo che, visti i limiti tecnici e tecnologici, può essere ignorato in tutto o in parte.

Sebastiano Guarrasi

Dalla progettazione all’installazione e “Commissioning” dei filtri a prova di fumo in sovrappressione.

Parte I – Checklist Filtri Fumo

Parte II – Progettare “in scienza e coscienza”

Articolo pubblicato a marzo 2017 su Antincendio: Applicazioni&tecnologia
I sistemi impiantistici per la sconnessione fluidodinamica fra compartimenti: caratteristiche e limiti

a cura di Giuseppe Amaro, Michele Fronterré

Scarica il file:   12_Applicazioni&tecno_03_17

 

E.book
I SISTEMI DI DISCONNESSIONE FLUIDO DINAMICA

Filtri a prova di fumo – Stato dell’arte e applicazioni

a cura di Giuseppe Amaro, Michele Fronterré

Scarica il file:  Sistemi di sconnessione_rev ESSECI

Nota prot. n. P478/4155/1 sott. 3 del 13 giugno 2000
Sbocco dei camini di ventilazione dei filtri a prova di fumo – Risposta a quesiti.

È pervenuto a questo Ufficio, da parte del libero professionista …, richiesta di chiarimenti in or-dine ai camini di ventilazione dei filtri a prova di fumo alla luce di quanto formulato al riguardo dal D.M. 30 novembre 1983.
Il professionista chiede sostanzialmente di conoscere se i camini in questione debbano sempre e comunque sfociare sulla copertura dell’edificio più alto, direttamente o indirettamente servito dal vano filtro, oppure se gli sbocchi dei camini possano avvenire su aree scoperte sovrastanti o adiacenti ai filtri stessi. Il professionista chiede, inoltre, di conoscere se tali camini possano comprendere anche tratti ad andamento sub-orizzontale.
Per quanto attiene il primo quesito, si fa rilevare che la condizione dello sbocco dei camini di ventilazione al di sopra della copertura dell’edificio, così come formulato al più comune degli edifici serviti da scale a prova di fumo interne le quali ultime, comportando una serie di filtri verticalmente sovrapposti, richiedono in conseguenza lo sbocco dei camini alla sommità degli edifici stessi.
Nei casi, invece, di singoli vani filtro interposti tra compartimenti ubicati sullo stesso piano, si ritiene che lo sbocco dei camini di ventilazione possa immettere sull’area a cielo libero sovra-stante o adiacente – ovvero più prossima – al filtro stesso, purché tale area abbia i requisiti di “spazio scoperto” così come definito dal punto 1.12. del citato D.M. 30/11/1983.
Per quanto riguarda il secondo quesito, ossia alla possibilità che i camini di ventilazione possano comprendere anche tratti di condotto ad andamento sub-orizzontale, lo scrivente ufficio non ravvede – dal punto di vista tecnico – motivi ostativi alla loro realizzazione, a condizione che sia garantito il tiraggio naturale del condotto e che quest’ultimo sia adeguata-mente protetto rispetto agli ambienti attraversati.
Al riguardo, si soggiunge che un efficace sistema di ventilazione mediante condotte, può essere garantito da una doppia canalizzazione indipendente, una in entrata (immissione) ed una in uscita (estrazione), con condotti aventi la medesima sezione e relative bocche poste, rispettivamente, nella parte bassa e nella parte alta del locale.

Scarica file: Quesiti attività varia

Se attivo un impianto (in presenza di alimentazione 220 Vca) e la lettura della sovrappressione è prossima ai 30 Pa probabilmente l’impianto NON risponderà alla normativa vigente.
L’impianto deve garantire una sovrappressione uguale o maggiore a 30Pa fino al 120’ minuto.
Ne consegue quindi che:
– La lettura della sovrappressione all’avvio (alimentazione 220 Vca) dell’impianto dovrà essere molto superiore ai 30PA
– In assenza di alimentazione 220 Vca, passando ad una alimentazione con le batterie a tampone 12/24 Vcc POTREMMO avere una perdita di portata in Pa, a seconda del tipo di impianto utilizzato, che va dai 2 ai 5 PA
– Il degrado delle batterie nel tempo porterà ad una diminuzione di portata e conseguente sovrappressione che, a seconda dell’utilizzo a pieno regime della ventola o inferiore, POTREBBE variare e diminuire variando dai 4 ai 10 Pa
– Pertanto ci ritroveremo al 120’ minuto con una sovrappressione inferiore ai 30Pa se all’avvio il nostro impianto non sarà adeguatamente tarato ad una sovrappressione decisamente maggiore al minimo richiesto di 30Pa.

Facciamo una precisazione innanzitutto: ndr. “La forza massima richiesta da applicare alla maniglia per aprire una porta in una via di fuga non deve in nessuna circostanza superare i 100 N.”
I 100 N di forza massima si applicano sulla maniglia ed a seconda del tipo di porta tagliafuoco (larghezza) corrisponde una sovrappressione interna al locale filtro massima raggiungibile.

Calcolo pressione massima nel filtro fumo in funzione della spinta sulla porta

Esempio:
Dimensioni anta della porta:
Altezza [h] 2,15 m
Larghezza [L] 1,25 m
Area [A] 2,69 mq

Forza applicata per aprire la porta:
Forza [F] 100 N
Forza_peso 10,19 Kg ←per confronto la forza trasformata in Kg
Punto di applicazione [bF] 1,1625 m ← distanza tra il punto in cui si applica la forza e le cerniere
in rapporto alla larghezza 93% circa
Pressione massima nel filtro fumo:

    Pressione [p] 69,21 Pa

NOTE:
Il principio si basa sull’EQUILIBRIO DEL MOMENTO. Sulla superficie esterna della porta (lato filtro) agisce la pressione causata dal filtro fumo, la quale si traduce in una forza concentrata [p x A] nel baricentro dell’anta ad una distanza [L/2] dalle cerniere. Invece sulla superficie interna della porta (lato locale protetto) agisce una forza concentrata [F] sulla maniglia e cioè ad una distanza [bF] dalle cerniere, che simula la fuga di una persona dal locale d’incendio. Si effettua quindi l’equilibrio tra le 2 forze moltiplicate per i rispettivi bracci, secondo la formula seguente:

F x bF = (p x A) x L/2

Con porte che spingono interno filtro, anta di Dimensione Massima uguale a: 0,8 / 0,9 / 1 / 1,25 (Larghezza Battente – mt.)
Sovrappressione massima in Pa. Raggiungibile nel filtro uguale a circa: ~ 108 / ~ 96 / ~ 86 / ~ 69

In considerazione a quanto è citato nella UNI EN 12101-6:2005
ndr.
Forza necessaria per l’apertura delle porte
Il sistema deve essere dimensionato in modo che la forza da esercitare sulla maniglia della porta antincendio non sia superiore ai 100 N.
ndr.
…. controllare la ventola per impedire una sovrapressione superiore a 60 Pa

Entrambe le nostre soluzioni QSLAVE® possono essere impostate per non superare mai i 60Pa.
– Il QSLAVE® SF, sistema a regolazione fissa, mediante il potenziometro possiamo tarare la sovrappressione massima raggiunta all’interno del locale filtro.
a) Impianto con una ventola: taratura 45-50Pa
b) Impianto con due ventole: taratura 60Pa
– Il QSLAVE® PLCmicro operando sul PLC potremo impostare la sovrappressione massima raggiungibile all’interno del locale filtro fumi.

QSLAVE® SF / PLCmicro – Certificato di Rapporto di Prova nr. 304646 del 12/04/2013 rilasciato da Istituto Giordano

QSLAVE® SM / SV – Certificato di Rapporto di Prova nr. 339108 del 13/04/2017 rilasciato da Istituto Giordano

SistemOpen 90° – Certificato di Rapporto di Prova nr. 339107 del 13/04/2017 rilasciato da Istituto Giordano

Gli impianti filtri fumo QSLAVE® sono considerati a marchio CE ai sensi della norma UNI EN 12101-6:2005, che nel suo testo originale, al punto 16.1 (Generalità) recita:

“The manufacturer, when affixing the CE marking to the kit, is fully responsible for the conformity of that kit to all relevant regulatory requirements. However, where the manufacturer uses components already shown to conform to those requirements relevant for that component (e.g. by CE marking) the manufacturer is not required to repeat the evaluation which lead to such conformity. Where the manufacturer uses components not shown to conform, it is his responsibility to undertake the necessary evaluation to show conformity.”

Risponde alle prescrizioni imposte dalla UNI 9494-2:2017.
Conforme alla normativa EN 61439-1/3, CEI 17-43, CEI 64-8, CEI EN 60204-1, D.lgs. n.81/08. “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadro elettrico BT di protezione e comando per automazione)”.
La cablatura elettrica rispetta le Direttive Comunitarie 2006/95/CE, 2004/108/CE, 92/31 CEE e successive modifiche.
Approccio modulare per direttiva EMC.

QSLAVE® è un impianto per la pressurizzazione dei filtri a prova di fumo, così come definito dal DM 18/10/2019 (ex 03/08/2015) ed in precedenza dal DM 30/11/1983. Tuttavia, queste Norme Tecniche descrivono un impianto con caratteristiche e prestazioni solo parzialmente rientranti nel campo di applicazione della UNI EN 12101-6 e di conseguenza nel REGOLAMENTO (UE) N. 305/2011, recepito in Italia dal D.Lgs. 106/2017. Sono queste ultime Norme che prevedono infatti la redazione della Dichiarazione di Prestazione (DoP) in affiancamento alla Dichiarazione CE del Fabbricante.

Non è previsto quindi fornire per il QSLAVE® la Dichiarazione di Prestazione DoP, né la dichiarazione di conformità CE secondo il Regolamento UE 305/2011 per i Prodotti da Costruzione (CPR), pur essendo rispondente alle caratteristiche di marcatura CE prevista dalla 12101-6:2005.

Raccolta di Norme, Decreti Ministeriali, Quesiti ai VVF, Articoli, in riferimento agli Impianti Filtri Fumo

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